Norme Tecniche di attuazione del Regolamento Urbanistico

Art. 46 Norme transitorie

1 I Piani Attuativi e i Piani Unitari di Massima del PRG vigente e relative varianti anche se graficamente non rappresentati, sono integralmente recepiti dal presente RU Per la durata temporale di tali strumenti vale la disciplina urbanistica ed edilizia in essi prevista. Sono ammesse varianti a tali provvedimenti purché nel rispetto delle norme del RU e degli obiettivi strategici del PS.

2 I provvedimenti edilizi rilasciati prima dell'adozione del R.U., nonché le relative varianti in corso d'opera seguono la disciplina urbanistica vigente al momento del loro rilascio.

3 Nelle more di approvazione del RU è consentita l'approvazione di Piani Attuativi conformi alle previsioni adottate, previa, se necessaria, apposita variante al PRG vigente.

4 Il rilascio dei provvedimenti edilizi presentati prima dell'adozione del RU potrà avvenire solo se conformi al RU stesso, oltre che al PRG vigente.

ALLEGATO A Elenco edifici di interesse storico-architettonico-documentale

Al fine della corretta applicazione degli interventi edilizi assegnati alle varie classi degli edifici di cui al presente allegato è consentito l'uso di strumenti analitici di supporto (rilievi di precisione, documentazione fotografica storica e dello stato di fatto, studi tipologici) al fine di evidenziare gli elementi di pregio architettonico e tipologico e quindi calibrare con maggiore precisione gli interventi edilizi assegnati per ogni classe di edifici.
La relazione a compendio del progetto conterrà quindi uno studio tipologico ed individuerà i caratteri dell'edificio come consistenza, caratteristiche formali e costruttive dell'edificio e degli elementi caratterizzanti come le aperture e gli altri elementi dei prospetti e degli spazi esterni, distribuzione originaria degli spazi interni, particolari decorativi, materiali e tecniche di finitura, elementi e parti secondarie.

NUMERO SCHEDA TOPONIMO CLASSE INTERVENTO NORME PARTICOLARI
1Chiesa di S. Leonardoa/bLe parti crollate dovranno essere ricostruite attraverso uno studio filologico sull'impianto originario e con materiali simili a quelli esistenti (pietra alberese, muratura a vista, struttura portante in materiali tradizionali - travi e travetti in legno-pianelle in laterizio -). Particolare cura dovrà essere posta nel recupero delle decorazioni e affreschi attualmente esistenti.
2La terrazza
Edificio A)b
Edificio B)b
3S. LeonardoSi applica la disciplina del PDR vigente
Edificio A)c
Edificio B)c
Edificio C)c
4Casoli
Edificio A)c
Edificio B)c
5Fumo
Edificio A)c
Edificio B)c
Edificio C)c
6Villa Riccib
7Villa Organib
8Chiesa SS. Clemente e S. Giustoa
9Lo Stregole/Lo Stregaleb
10La Macia
Edificio A)c
Edificio B)c
11Colonchia
Edificio A)c
Edificio B)c
Edificio C)c
12Villa Spranger a Meretto
Edificio A)c
Edificio B)c
Edificio C)b
Edificio D)c
13Le CasaccebTorre delle Casacce: particolare cura dovrà essere posta nel recupero e nel mantenimento delle aperture originali, assicurando il mantenimento delle decorazioni scultoree e di tutti gli elementi di pregio della struttura.
14Nucleo di Parmigno
Edificio A)c
Edificio B)c
Edificio C)c
Edificio D)c
Edificio E)c
15Chiesa di ParmignoaNel restauro dell'edificio dovrà essere impiegata esclusivamente pietra alberese. Particolare cura dovrà essere posta nel recupero delle decorazioni e degli affreschi. Non potranno essere realizzate nuove aperture sui fronti; lo spazio interno non potrà essere suddiviso né orizzontalmente, né verticalmente. È prescritto il mantenimento della muratura a faccia vista ed il recupero con materiali tradizionali locali.
16Chiesa di Fabioa
17Villa di Fabio
Edificio A)c
Edificio B)c
18Ponticello
Edificio A)c
Edificio B)c
19Foracani
Edificio A)c
Edificio B)c
20C. La Torre
Edificio A)b
Edificio B)c
Edificio C)c
21Boddac
22Maglio
Edificio A)c
Edificio B)c
23La Fratta
Edificio A)c
Edificio B)c
24MolinoDovranno essere recuperati e ripristinati gli elementi di arredo dell'area di pertinenza dell'edificio principale quali le fontane, le scalette di accesso dalla strada e il selciato dell'antico tracciato di origine romana. Recuperare il margone del rio del Guado.
Edificio A)c
Edificio B)c
25Chiesino di Maglioa
26Chiesa S. Andreaa
27Savignano
Edificio A)b Casa Bartolini, scultore del periodo neoclassico. "Tale edificio, per testimonianza dell'evento dovrà mantenere gli aspetti formali e costruttivi originari delle facciate principali".
Edificio B)b
Edificio C)b
Edificio D)b
Edificio E)b
Edificio F)c
Edificio G)c
Edificio H)c
Edificio I)c
28Villa Miglioratib/cIn riferimento al valore dell'edificio viene applicata la classe b al corpo principale della villa, mentre sulle partiretrostanti di minor valore viene applicata la classe c. Norme particolari: Villa Migliorati (Savignano). Dovranno essere mantenute le pianelle decorate costituenti il solaio di copertura. Non dovrà essere manomessa la vetrina, con cornice in pietra, dello scultore Bartolini.
29Poderino
Edificio A)c
Edificio B)c
30Montalbano
Edificio A)c
Edificio B)c
31S. Gaudenzio
Edificio A)b
Edificio B)b
Edificio C)b
32Scuole S. Gaudenzioa
33Rosolano
Edificio A)c
Edificio B)c
34Le Crocette
Edificio A)b
Edificio B)b
35L'Olmo
Edificio A)c
Edificio B)c
36Chiesa di Sofignanoa
37Colombaiac
38Casa NeraDovrà essere mantenuto l'impianto sia distributivo che formale interno ed esterno.
Edificio A)b
Edificio B)b
39Larciano
Edificio A)c
Edificio B)c
40Fattoria del BelloDovrà essere osservata particolare cura nella conservazione del giardino e della limonaia.
Edificio A)b
Edificio B)c
41DolciolaVerificato che il complesso immobiliare è costituito da 4 edifici e non da 5. In particolare l'edificio "D" risulta stato interessato da un condono edilizio. Su tale edificio si applica la disciplina edilizia della zona agricola di riferimento.
Edificio A)c
Edificio B)c
Edificio C)c
Edificio D)c
Edificio E)c
42Melagrana
Edificio A)c
Edificio B)c
43Le Casaccec
44Chiesa di PopiglianoaNel restauro di tali edifici dovrà essere impiegata la pietra a lberese. normativa: complesso inserito nell'Area Protetta del Monteferrato al n. 8 dell'Elenco A1 - si applica la specifica disciplina del Monteferrato, così come esplicitata dal PdR vigente.
45Bellosguardo
Edificio A)c
Edificio B)c
46Cantagrillic
47Villa AlfanicDovranno essere recuperati e ripristinati gli elementi di arredo del giardino di pertinenza dell'edificio principale. normativa: edificio inserito nell'Area Protetta del Monteferrato al n. 52 dell'Elenco B1 - si applica la specifica disciplina del Monteferrato.
48La Collinac
49Vallupaiac
50Chiesa di Schignanoa
51Ex Scuole di Schignanoa
52Casa al Bosco
Edificio A)c
Edificio B)c
53Il Poggiolino
Edificio A)b
Edificio B)b
54Molinaccioacomplesso inserito nell'Area Protetta del Monteferrato al n. 5 dell'Elenco A1 - si applica la specifica disciplina del Monteferrato, così come esplicitata dal PdR vigente.
55La Torreedificio inserito nell'Area Protetta del Monteferrato al n. 24 dell'Elenco B1 - si applica la specifica disciplina del Monteferrato.
56Castagneta
Edificio A)b
Edificio B)c
Edificio C)c
57Casi IIedificio inserito nell'Area Protetta del Monteferrato al n. 20 dell'Elenco B1 - si applica la specifica disciplina del Monteferrato.
58Casa Donicac
59Molinoc
60L'Apparitac
61La Badiaa
62Scuole di Vaianoa
63Palazzo della Cultura - Pubblica Assistenzac
64Stabilimento Ciabatticgli interventi saranno definiti contestualmente al Piano Attuativo della zona;
65Chiesa Parrocchiale La Brigliaa
66Villa Dinab
67Fabbrica Fortic
68La Cartaiac
69Ex lanificio Cavaciocchic
70La Cementiziac
71Ex lanificio Caic
72Fabbrica Canovaic


Elenco edifici di interesse storico-architettonico-documentale del Monteferrato (Elenco A - Beni storico-artistici ed architettonici della D.C.R. 67/96)
NUMERO SCHEDA TOPONIMO DESCRIZIONE
1 Badia di Vaiano Edificio esterno all'Area Protetta - si applica la disciplina indicata nel presente allegato, al n. 61 degli edifici del Quadro Conoscitivo del PS;
2 Torre Campanaria S.Salvatore Edificio esterno all'Area Protetta - si applica la disciplina indicata nel presente allegato, al n. 61 degli edifici del Quadro Conoscitivo del P.S.;
5 Villa del Mulinaccio Complesso inserito nell'Area Protetta del Monteferrato - si applica la specifica disciplina del Monteferrato, come esplicitata dal PdR vigente; complesso rappresentato anche nella scheda n. 54 del Quadro Conoscitivo del P.S.
6 Mulino del Mulinaccio Edificio esterno all'Area Protetta - si applica la disciplina indicata nel presente allegato, al n. 59 degli edifici del Quadro Conoscitivo del P.S.;
8 Chiesa di S.Miniato - Popigliano Complesso inserito nell'Area Protetta del Monteferrato - si applica la specifica disciplina del Monteferrato, come esplicitata dal PdR vigente; complesso rappresentato anche nella scheda n. 44 del Quadro Conoscitivo del P.S.
33 Fabbrica Forti Edificio esterno all'Area Protetta - si applica la disciplina indicata nel presente allegato, al n. 67 degli edifici del Quadro Conoscitivo del P.S.;


Elenco edifici di interesse storico-architettonico-documentale del Monteferrato (elenco B1- Architetture rurali di rilevante interesse della D.C.R. 67/96 - 17 unità edilizie). Per tali edifici si applica la specifica disciplina del Monteferrato
NUMERO TOPONIMO NOTE
3 Belvedere
4 Riposo
5 Granchiaia
10 Fornace del Mulinaccio disciplina definita dal P.d.R vigente;
12 Il Frullino
13 Casanuova
20 Casi II Edificio rappresentato anche nella scheda n. 57 del Quadro Conoscitivo del PS. Si applica la specifica disciplina del Monteferrato.
22 Casi I
24 La Torre Edificio rappresentato anche nella scheda n. 55 del Quadro Conoscitivo del PS. Si applica la specifica disciplina del Monteferrato.
25 Pratallame
45 Bellosguardo
52 Villa Alfani-Fondaccio Edificio rappresentato anche nella scheda n. 47 del Quadro Conoscitivo del P.S. Si applica la specifica disciplina del Monteferrato.
54 Il Casone
60 Il Casotto
72 Poggiale
75 Grisciavola
76 Il Poggio - Tignamica

Individuazione di taluni manufatti isolati disciplinati all'art. 5,1 comma 5 delle presenti NTA

1. Torre di Melagrana (Sofignano, sul versante meridionale del poggio di Bibbiano) (epoca medievale), fortificazione riferibile alla dominazione ghibellina nell'area

2. La Statua (Sofignano, Le Fornaci, sulla strada che porta a Larciano) (XVIII secolo), pilastro in laterizi ad uso di traguardo visivo dei Buonamici

3. Ponte medievale sul rio Nosa (Savignano, lungo la strada detta degli Schizzi) (epoca medievale), ponte a groppa d'asino su un antico percorso di collegamento con il complesso del Poggio, preesistente all'attuale ponte presso la chiesa di S.Andrea e Donato

4. Ponte di attraversamento del rio del Guado (Savignano, nei pressi dell'edificio del Mulino di Savignano), (XVIII secolo), caratteristica costruzione funzionale all'attraversamento pedonale del rio che costeggia l'antico mulino

5. Acquedotto del Mulino all'Americana (Mulinaccio) (1860 ca) manufatto in laterizi ad arcate che dal margone soprastante portava l'acqua destinata ad azionare il rotone verticale del Mulino all'Americana

6. Stemma della Badia di Vaiano (casa de La Collina) (XV secolo) stemma in pietra sulla facciata meridionale dell'edificio, raffigurante l'alfa e l'omega simboli della Badia di Vaiano, unico esistente nell'area.

ALLEGATO B Elenco delle aree soggette ad interventi di trasformazione

Sistemi Ambientali

AT - Aree per attrezzature di interesse turistico

UTOE 4

  1. AT1 Parco di Baccella
  2. AT2 Parco di Pianaccio
  3. AT3 Parco di Vallupaia
  4. AT4 Parco della Costa
  5. AT5 Parco di Monte Cassigoli
  6. AT6 Parco La Collina

UTOE 5

  1. AT7 Parco Fornaci S. Gaudenzio
  2. AT8 Il Frantoio

UTOE 6

  1. AT9 Parco di Parmigno
  2. AT10 La Piantagione
  3. AT11 Parco di Meretto - Lago della Cannuccia

Sistemi Insediativi

PU - Aree interessate da interventi di formazione o rafforzamento di polarità urbane

UTOE 1

  1. PU1 Business Park Via Nuti
  2. PU 2 Nuova Centralità Vaiano
  3. PU 3 Le Piazze
  4. PU 4 Polo didattico culturale ex Sangiorgese
  5. PU 5 Nuova Centralità Pozzino
  6. PU 6 Centro civico Galletto

UTOE 5

  1. PU 7 Centro civico Fornaci

UTOE 6

  1. PU 8 Centro civico Faltugnano

RU - Aree interessate da interventi di riqualificazione urbana

UTOE 1

  1. RU1 Lungo Bisenzio
  2. RU2 La Cina
  3. RU3 Ex STEV
  4. RU4 La Cementizia

UTOE 3

  1. RU5 La Tignamica
  2. RU7 La Briglia
  3. RU8 Via Malaparte
  4. RU9 La Briglia Camino

PT - Aree interessate dalla formazione di poli turistico-ricettivi; poli sportivi e per il tempo libero

UTOE 3

  1. PT1 Ex Lanificio Ciabatti
  2. PT2 Area fluviale La Briglia Camino
  3. PT3 La Cartaia

UTOE 4

  1. PT4 Area Alberghiera Via Bertini

RP - Aree interessate da interventi di riqualificazione o rifunzionalizzazione di insediamenti produttivi

UTOE 2

  1. RP1 Area Via Mazzini - Via dell'Argine
  2. RP3 Area Via Di Vittorio - Via Della Spola
  3. RP4 Area Sportiva Via Di Vittorio

UTOE 3

  1. RP5 Area produttiva "La Tignamica"
  2. RP6 Via Fattori
  3. RP7 Parcheggio e servizi La Briglia Camino

ER - Aree interessate da espansioni residenziali

  1. UTOE 1 ER1 Nuova Residenza L'Apparita
  2. UTOE 1 ER2 Nuova Residenza il Galletto
  3. UTOE 3 ER3 Nuova Residenza Neruda
  4. UTOE 3 ER4 L'Isola

ALLEGATO C Specie vegetali per le aree aperte di uso pubblico

1 In accordo con quanto previsto dal PTC della Provincia di Prato le specie utilizzabili nella piantumazione in qualsiasi tipo di area del territorio comunale saranno esclusivamente quelle della flora autoctona o comunque naturalizzata da lungo tempo.

2 Le specie arboree e arbustive utilizzabili per gli impianti sono quelle indicate all'Allegato A della L.R. 39/00 e successive modificazioni. Le seguenti specie potranno essere impiegate nella percentuale massima del 20% degli individui totali del tipo botanico (albero o arbusto) di appartenenza messi effettivamente a dimora nell'area:

  1. a) specie forestali arboree: Acer obtusatum, Alnus cordata, Alnus incana, Betula sp.pl., Carpinus orientalis, Larix decidua, Pinus halepensis, Pinus laricio, Pinus nigra, Pinus sylvestris, Picea abies, Pseudotsuga menziesii, Quercus frainetto, Robinia pseudoacacia;
  2. b) specie forestali arbustive: Crataegus laevigata, Erica multiflora, Euphorbia dendroides, Juniperus macrocarpa, Juniperus oxycedrus, Juniperus phoenicea, Laburnum alpinum, Paliurus spina-christi, Pistacia lentiscus, Pistaia terebinthus, Tamarix sp. pl.

Le suddette specie potranno essere utilizzate anche in varietà o cultivar, con una incidenza non superiore al 10% del tipo botanico di appartenenza.

3 Per gli impianti si potranno impiegare anche specie da frutto tipiche della flora agraria locale, quali olivo, melo, pero, susino, albicocco, ciliegio, pesco, sorbo, fico. Altre specie potranno essere impiegate nella percentuale massima del 20% del totale degli individui arborei messi a dimora nell'area. Le specie da frutto arbustive potranno essere utilizzate liberamente.

4 Specie botaniche da impiegare negli interventi di sistemazione a verde di spazi pubblici

a) aree umide riparie

  • - alberi
    • Alnus glutinosa Gaertn - Ontano nero
    • Carpinus betulus L. - Carpino bianco
    • Corylus avellana L. - Nocciolo
    • Fraxinus oxycarpa L. - Frassino ossifillo
    • Populus alba L. - Gattice
    • Populus nigra L. - Pioppo nero
    • Quercus robur L. - Farnia
    • Salix alba L. - Salice bianco
    • Salix viminalis L. - Vetrice
    • Salix fragilis L. - Salice fragile
    • Salix incana Schrank. - Salice ripaiolo
  • - arbusti
    • Cornus sanguinea L. - Sanguinello
    • Sambucus nigra L. - Sambuco
    • Viburnum opalus L. - Sambuco acquatico

b) aree aperte di uso pubblico: le specie utilizzabili sono quelle di cui al punto 2 con le seguenti eccezioni:

tipo botanico specie motivo dell'esclusione
AlberoPopulus sp.piante che producono sostanze allergeniche
Robinia pseudoacacia L.specie infestante
Taxus baccata L.foglie e corteccia velenose
ArbustoCrataegus sp.pianta spinosa
Juniperus macrocarpa Sibth.pianta spinosa e frutti tossici
Nerium oleander L.pianta a foglie e fusti velenosi
Paliurus spina-christii Millerpianta fortemente spinosa
Prunus spinosa L.pianta spinosa
Pyracantha coccinea M.J. Roem.pianta spinosa
Rhamnus catharticus L.pianta spinosa
Ulex europaeus L.pianta spinosa e invadente

c) strade urbane, piazze e parcheggi:

tipo botanico specie Distanza edifici Distanza di impianto ml.
AlberoAcero campestre L- acero campestreanche <4 ml.4
Acer pseudoplatanus L. - acero di monte67
Carpinus orientalis L. carpinella56
Celtis australis L. - bagolaro67
Cercis siliquastrum L. - albero di Giudaanche <4 ml.4
Fraxinus ornus L. - orniello54
Ilex aquifolium L. - agrifoglioanche <4 ml.4
Laburnum anagyroides L. - maggiociondoloanche <4 ml.4
Ligustrum vulgare L. - ligustroanche <4 ml.4
Platanus sp. - platano6-78
Quercus ilex L. - leccio56
Olea europaea L. - olivoanche <4 ml.4
Sorbus domestica L. - sorbo domestico54
Tilia platyphillos Scop. - tiglio nostrano78
Tilia cordata Mill. - tiglio selvatico77
ArbustoTutti quelli indicati per i giardini pubblici

d) strade extra-urbane:

specie Distanza di impianto ml.
Acer pseudoplatanus L. - acero di monte7
Celtis australis L. - bagolaro7
Cupressus sempervirens L. - cipresso3
Juglans regia L. - noce reale7
Platanus sp. - platano8
Quercus ilex L. - leccio6
Olea europaea L. - olivo4
Sorbus domestica L. - sorbo domestico4
Tilia platyphillos Scop. - tiglio nostrano8
Tilia cordata Mill. - tiglio selvatico7

5 Sanzioni
Chiunque contravvenga alle disposizioni di cui sopra sarà passibile di sanzioni che verranno stabilite dall'AC mediante specifico Regolamento per le Aree Agricole o apposita Delibera.

ALLEGATO C1 Albo Comunale degli alberi monumentali e degli elementi vegetali notevoli - Criteri di impianto e gestione

1 Scopo dell'Albo è quello di tutelare e valorizzare il patrimonio vegetale di cui al seguente punto 3 che rappresenta un elemento di ricchezza e attrattività per il territorio comunale difficilmente riproducibile in tempi brevi.

2 Sono inseriti nell'Albo tutti gli individui o i gruppi vegetali censiti nell'ambito degli studi condotti a supporto della redazione del nuovo P.R.G., raccolti nell'elaborato denominato "Censimento delle piante monumentali" incluso del Quadro Conoscitivo del PS. Gli uffici dell'Amministrazione Comunale curano la tenuta dell'Albo, sia per quanto riguarda le cancellazioni che i nuovi inserimenti che possono avvenire su segnalazione dei proprietari o di chiunque abbia interesse a farlo o per autonoma iniziativa dell'Amministrazione Comunale. Di ogni elemento vegetale inserito nell'albo vengono descritte le principali caratteristiche secondo la scheda impiegata nell'ambito del "Censimento delle piante monumentali", ne viene determinata la posizione territoriale, sia su base topografica che catastale e ne viene documentato fotograficamente lo stato.

3 Il presente regolamento ha per oggetto la tutela degli individui vegetali presenti nel territorio comunale che per caratteristiche morfologico-dimensionali possano essere considerati come rari esempi di maestosità o longevità, o che abbiano un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico-etnografico o culturale, o che siano testimonianze residuali di strutture vegetali tipiche dell'antico mondo rurale.

4 L'inserimento di una pianta nell'Albo è oggetto di apposita notifica al proprietario della stessa. La pianta è segnalata in loco con una targhetta riportante la seguente dicitura "Comune di Vaiano - Pianta monumentale protetta". L'Amministrazione Comunale potrà promuovere iniziative di pubblicizzazione e valorizzazione di questo patrimonio vegetale nei tempi e modi che riterrà più opportuni.

5 Qualsiasi azione eseguita direttamente sulla pianta o che coinvolga l'area ad essa contermine (intendendo con questa l'area coperta dalla proiezione a terra della chioma) e che possa pregiudicare l'integrità morfologica e sanitaria e la stabilità meccanica della stessa, dovrà essere preventivamente autorizzata dall'Amministrazione Comunale.
L'abbattimento delle piante potrà avvenire solo per motivi di pubblica incolumità o per esigenze fitosanitarie, da documentare con perizia tecnica che accerti, fra l'altro, l'impossibilità di adottare soluzioni alternative.

6 In caso di abbattimento di piante inserite nell'Albo vi è l'obbligo di reimpianto con individui di specie analoga a quella abbattuta e secondo le specifiche che l'Amministrazione Comunale darà contestualmente all'autorizzazione all'abbattimento. Al soggetto tenuto ad ottemperare all'obbligo di cui sopra faranno carico anche le cure colturali e la conservazione del nuovo individuo vegetale che rimarrà comunque vincolato a norma del presente regolamento.
L'avvenuto attecchimento verrà verificato in contraddittorio fra l'interessato e l'Amministrazione Comunale nei sei mesi successivi allo scadere del terzo anno dal reimpianto.

7 In caso di abbattimento di piante tutelate ai sensi del presente regolamento senza la prevista a utorizzazione è fatto obbligo all'esecutore, o in sua assenza al proprietario del fondo, del reimpianto secondo le disposizioni di cui al precedente punto 6.
Le aree di pertinenza delle piante monumentali abbattute senza la prevista autorizzazione non potranno essere utilizzate per diversa destinazione rispetto a quella precedente all'abbattimento.

8 Sanzioni
Chiunque contravvenga alle disposizioni di cui ai punti precedenti sarà passibile di sanzioni che verranno stabilite dall'Amministrazione Comunale mediante specifica Delibera.

ALLEGATO D Regole per l'esecuzione di interventi di recupero, riordino o miglioramento fondiario e di trasformazione del tipo d'uso dei suoli agricoli

1 L'ambito di applicazione è costituito dalle aree inserite dal PS nel Sistema Ambientale di cui agli Artt. 17 e seguenti dello stesso, ad eccezione delle aree ricadenti entro il perimetro dell'ANPIL Monteferrato per le quali mantiene validità la disciplina della DCR 67/96, di quelle classificate come emergenze e sottoposte a gestione particolare ai sensi dell'Art. 39 comma 3 della LR 1/05 e successive modificazioni, di quelle inserite nell'ANPIL dei Monte della Calvana.

2 A norma di quanto previsto all'Art. 17 comma 5 del PS, ogni intervento che comporti modificazione dello stato dei luoghi ricadenti entro il Sistema Ambientale tale da produrre effetti in termini paesaggistici o di governo delle acque, dovrà essere sottoposto alla preventiva a utorizzazione dell'Amministrazione Comunale. Sono comunque esclusi gli interventi finalizzati alla gestione agricolo-forestale ordinaria (tagli colturali, rotazioni agrarie).

3 Gli interventi sono senz'altro ammissibili quando ricorrano le seguenti condizioni:

  1. a) interessino superfici di territorio agricolo non superiore ai 1.000 mq., a condizione che la trasformazione non sia finalizzata all'impianto di un vigneto specializzato o altra coltura legnosa allevata in filare a spalliera;
  2. b) quando la superficie sia superiore ai 1.000 mq. e siano comunque rispettate le seguenti condizioni:
    1. b1) abbiano per obiettivo la costituzione di olivete su terreni precedentemente destinati a seminativo, prato, pascolo o altra destinazione d'uso agricola;
    2. b2) prevedano l'inerbimento stabile delle superfici oggetto di trasformazione;
    3. b3) non producano l'eliminazione di terrazzamenti, la modifica della rete di regimazione idraulica preesistente, la riduzione delle formazioni vegetali non colturali presenti (siepi, filari arborati), il taglio o lo sradicamento di qualsiasi pianta a fusto legnoso di età superiore a 50 anni (olivi, altre piante da frutto, arbusti o alberi forestali di cui all'Allegato A della LR 39/00 e successive modificazioni);
    4. b4) sia mantenuta la possibilità di percorrenza pedonale, ciclabile o equestre della viabilità agricola;

4 Qualora anche una sola delle condizioni elencate in precedenza non venga rispettata, il promotore dell'intervento dovrà presentare all'Amministrazione Comunale specifica richiesta di a utorizzazione a cui allegare un progetto, a firma di tecnico abilitato, che evidenzi almeno le seguenti tematiche:

  1. a) inquadramento territoriale delle aree di intervento (con riferimento alle tavole del PS e del RU);
  2. b) descrizione dello stato dei luoghi (con particolare riguardo alla presenza dei manufatti e degli elementi vegetali citati al punto 3;
  3. c) descrizione dei lavori da eseguire;
  4. d) criteri e parametri di dimensionamento della rete di regimazione idraulica superficiale al fine della conservazione del suolo agricolo e per evitare che dagli interventi derivino aumenti del deflusso superficiale rispetto alle condizioni preesistenti (i calcoli idraulici dovranno essere impostati tenendo conto di piogge critiche con tempo di ritorno duecentennale).

5 Nel caso in cui le aree oggetto di trasformazione riguardino terreni inseriti nella IVº e Vº classe di capacità d'uso del territorio agricolo ("Carta della capacità d'uso del territorio agricolo" del PS), il progetto d'intervento dovrà essere corredato da apposita valutazione dei rischi potenziali di dissesto idrogeologico derivanti dalla esecuzione degli interventi ed evidenziare le conseguenti misure di mitigazione da attuare.

6 I richiedenti degli interventi dovranno specificamente impegnarsi a condurre i terreni risultanti dai lavori, nonché gli altri in loro possesso, secondo le pratiche di Buona Pratica Agricola contenute nel PSR della Regione Toscana (formulato ai sensi del Regolamento (CE) n. 1257/99) di cui verrà loro consegnata copia al momento del rilascio dell'autorizzazione.

7 Sono fatti salvi gli eventuali ulteriori adempimenti di legge in materia di vincolo idrogeologico e/o forestale (LR39/00 e successive modificazioni).

8 Sanzioni. Chiunque contravvenga alle disposizioni di cui sopra sarà passibile di sanzioni che verranno stabilite dall'AC.